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Come prepararsi a un monologo: i miei consigli pratici

In blogPosted 1 Aprile 2025
come prepararsi ad un monologo

Come preparare al meglio un monologo: tecniche e segreti per brillare sul palco


C’era una volta un’attrice davanti allo specchio, con il cuore che batteva forte e le parole che si intrecciavano
nella mente. Quell’attrice ero io. E forse, in questo momento, sei tu. Preparare un monologo non è solo questione di memoria: è un viaggio emotivo, un’immersione totale nell’anima del personaggio. E se c’è una cosa che ho imparato nel tempo, è che la preparazione fa la differenza tra una performance dimenticabile e una che lascia il segno.


1. Scegliere il monologo giusto


Sembra banale, ma è il primo passo cruciale. Devi scegliere un testo che ti parli, che risuoni dentro di te. Un monologo non si recita, si vive. Come diceva Constantin Stanislavskij: “Ama l’arte in te stesso, non te stesso
nell’arte.” Scegliere un monologo che sentiamo vicino alle nostre corde ci permette di essere autentici e
profondi.


2. Capire il testo: la ricerca prima di tutto


Ogni parola ha un peso. Ogni pausa ha un senso. Non limitarti a leggere il monologo: analizzalo, studia il contesto, esplora la psicologia del personaggio. Perché dice quelle parole? Cosa è successo prima? Cosa vuole ottenere?
Una tecnica che utilizzo spesso è la scrittura organica: riscrivo il monologo con parole mie, cercando di coglierne il senso più profondo, una sorta di sottotesto personale. Così facendo, il testo diventa mio, si
incolla alla mia pelle.


3. La memoria: oltre la ripetizione


Memorizzare un monologo non significa semplicemente ripeterlo all’infinito. Un metodo che funziona alla
grande è la tecnica delle parole chiave: individua le parole cardine del discorso e costruisci attorno a esse la
tua memoria. Inoltre, recita il testo in diverse situazioni: camminando, facendo le faccende domestiche,
sussurrandolo, gridandolo. In questo modo, il cervello lo interiorizza senza sforzo.


4. La voce e il corpo: strumenti potenti


Un monologo non è solo parole, è respiro, è movimento. Laurence Olivier diceva: “La voce è il pennello con cui l’attore dipinge le emozioni.” Lavora sul tuo tono, sulle pause, sulla respirazione. Gioca con l’intensità e la velocità. E soprattutto, non dimenticare il corpo! I gesti devono essere naturali, mai forzati. Un monologo si vive con tutto sé stessi.


5. Le prove: specchio, videocamera, pubblico


Una volta che senti il monologo dentro di te, inizia a provarlo davanti a uno specchio. Poi registrati con il telefono: ti sorprenderai nel vedere dettagli che non avevi notato. Infine, esibisciti davanti a un amico o un coach e raccogli feedback sinceri; l’occhio esterno può offrirti prospettive preziose.


6. Il grande giorno: entrare nel personaggio


Il cuore batte, l’adrenalina sale. È il momento di salire sul palco o di metterti davanti alla Macchina da presa.
Prima di iniziare, chiudi gli occhi, respira profondamente e connettiti con il personaggio. Non pensare a “recitare”, ma a essere. Ricorda sempre le parole di Meryl Streep: “Agisci con il cuore e non sbaglierai mai.”


Conclusione: il potere della verità
Interpretare un monologo non è dimostrare quanto siamo bravi, ma raccontare una verità che il pubblico possa sentire e vivere con noi. Con passione, studio e dedizione, puoi trasformare un semplice testo in un momento indimenticabile. Allora, sei pronto a brillare?

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